La Dott.ssa Stingone ha vinto il Premio Renga per la migliore ricerca di Pedagogia Medica
del 12 Nov 2018
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La Dott.ssa Marianna Stingone ha vinto il Premio Renga 2018 - Concorso nazionale di Pedagogia Medica con il progetto "Educazione terapeutica - Laboratorio di simulazione role playing per gli studenti del 3° anno del corso di Laurea in Infermieristica" istituito dalla Società Italiana di Pedagogia Medica (SIPeM), per onorare la memoria del prof. Giovanni Renga.
L’educazione terapeutica, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, è parte integrante dell’assistenza e del trattamento dei pazienti, e richiede l’utilizzo di metodologie e strumenti appropriati che permettano di spaziare dall’informazione, all’addestramento, alle strategie motivazionali e deve sempre prevedere la valutazione del processo di apprendimento attuato e dei risultati ottenuti. Il Gruppo di Ricerca vincitore del Premio, costituito Federica Olivazzi, di Brescia; Gaetano Liotta di Caserta e Pietro Polieri di Venezia, ha sperimentato un Laboratorio di simulazione con uso di role-playing, ripetitivo per complessivi 6 gruppi di 5 studenti del 3° Anno del corso di Laurea in Infermieristica dell’ Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli.
Nell'Educazione Terapeutica il soggetto, destinatario del progetto educativo, è posto nella condizione di sviluppare abilità per: conoscere la propria condizione di salute, gestire gli eventuali trattamenti proposti in modo competente e prevenire le evenienze potenziali o le complicanze evitabili.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’educazione terapeutica come l’aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia, il trattamento, a farsi carico del proprio stato di salute ed a preservare e migliorare la propria qualità di vita (OMS, 1998). Un processo continuo che deve essere costantemente adattato alle diverse esigenze e che implica un vero e proprio trasferimento, pianificato ed organizzato, di competenze terapeutiche dagli operatori sanitari ai pazienti, grazie al quale la dipendenza lascia progressivamente il posto alla responsabilizzazione ed alla collaborazione attiva.
La premiazione è avvenuta durante il XIX Congresso Nazionale SIPeM “Slow Medical Education - il tempo giusto per apprendere a curare”, tenutosi dal 8 al 9 novembre 2018 presso il Centro Congressi dell’Università Federico II, di Napoli. I ricercatori oltre a vincere la borsa di studio vedranno pubblicata la ricerca sulla rivista Tutor, organo ufficiale della SIPeM.
"Con questa Premio viene riconosciuto e confermato come la ricerca sia uno strumento fondamentale per lo sviluppo scientifico della professione, poiché misura le conoscenze prodotte e la capacità di tradurle in miglioramento della qualità dell’assistenza ai cittadini", afferma la Dott.ssa Marianna Stingone.
L’educazione terapeutica, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, è parte integrante dell’assistenza e del trattamento dei pazienti, e richiede l’utilizzo di metodologie e strumenti appropriati che permettano di spaziare dall’informazione, all’addestramento, alle strategie motivazionali e deve sempre prevedere la valutazione del processo di apprendimento attuato e dei risultati ottenuti. Il Gruppo di Ricerca vincitore del Premio, costituito Federica Olivazzi, di Brescia; Gaetano Liotta di Caserta e Pietro Polieri di Venezia, ha sperimentato un Laboratorio di simulazione con uso di role-playing, ripetitivo per complessivi 6 gruppi di 5 studenti del 3° Anno del corso di Laurea in Infermieristica dell’ Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli.
Nell'Educazione Terapeutica il soggetto, destinatario del progetto educativo, è posto nella condizione di sviluppare abilità per: conoscere la propria condizione di salute, gestire gli eventuali trattamenti proposti in modo competente e prevenire le evenienze potenziali o le complicanze evitabili.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’educazione terapeutica come l’aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia, il trattamento, a farsi carico del proprio stato di salute ed a preservare e migliorare la propria qualità di vita (OMS, 1998). Un processo continuo che deve essere costantemente adattato alle diverse esigenze e che implica un vero e proprio trasferimento, pianificato ed organizzato, di competenze terapeutiche dagli operatori sanitari ai pazienti, grazie al quale la dipendenza lascia progressivamente il posto alla responsabilizzazione ed alla collaborazione attiva.
La premiazione è avvenuta durante il XIX Congresso Nazionale SIPeM “Slow Medical Education - il tempo giusto per apprendere a curare”, tenutosi dal 8 al 9 novembre 2018 presso il Centro Congressi dell’Università Federico II, di Napoli. I ricercatori oltre a vincere la borsa di studio vedranno pubblicata la ricerca sulla rivista Tutor, organo ufficiale della SIPeM.
"Con questa Premio viene riconosciuto e confermato come la ricerca sia uno strumento fondamentale per lo sviluppo scientifico della professione, poiché misura le conoscenze prodotte e la capacità di tradurle in miglioramento della qualità dell’assistenza ai cittadini", afferma la Dott.ssa Marianna Stingone.